Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio Volume II

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 18
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio Volume I
Introduzioni di Alfredo M. Bonanno

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 17
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio (in tre volumi)

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 17/18/19
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Cœurderoy è scrittore complesso, e per l’epoca sua, che tale lo covò in seno come una serpe maligna, e per lo stile che fu connaturato al modo di vedere il mondo, e per la difficoltà degli argomenti che affrontò. Siamo davanti ad un grande scrittore, non a un giornalista, rivoluzionario per quanto si voglia, ma sempre orecchiante della penna. E leggere uno scrittore grande, che campeggia solitario nel mare della letteratura romantica europea del suo tempo è, oggi, per noi, un’impresa senza pari difficile. Non abbiamo strumenti a portata di mano, non abbiamo termini di paragone, non c’è qualcosa di simile a cui le nostre usate letture possano chiedere ausilio di memoria. Non abbiamo mai letto niente di simile.Cœurderoy non prepara anarchici, non vuole indirizzare e ancor meno lisciare il pelo a qualcuno, sia pure al solo referente che, per via deduttiva, si deve ammettere potesse costituire, anche ai suoi tempi, il ristretto numero di lettori per cui scriveva.
Lotta da solo, contro tutti e quindi anche contro la trama ideologica che minaccia, via via, di respingerlo e di catturarlo, di allettarlo e di ripugnargli. Ed è lotta gigantesca. Si può dire che non esiste un solo argomento riconducibile a una sacrosanta ortodossia rivoluzionaria, ribadita dai maggiorenti dell’epoca sua, e dell’epoca nostra.
Al lettore costante e coraggioso la scoperta.
“Per fare passare la rivoluzione attraverso questo secolo come un ferro rovente, bisogna fare una sola cosa: Demolire l’autorità. Questa proposizione non ha bisogno di essere dimostrata. Che ciascuno si interroghi e dica se è per sua volontà o per forza che sopporta che un altro si proclami suo padrone e agisca come tale. Dica se non ritiene di valere quanto un’altro. Dica se è contento di fare ingrassare sempre papi, imperatori, re, rappresenanti, monopolisti, medici, istitutori, giudici, giornalisti, tribuni, direttori, dittatori. Dica se non desidera essere al più presto sollevato da tutto ciò. Dica se non capisce meglio da solo ciò che gli è utile e se volentieri si rimette nelle mani di altra gente.”

Alfredo M. Bonanno
L’Inquisizione. La tortura in nome di Dio

Pensiero e azione – 16
2013, rilegato in tela, pagine 440
euro 20,00

Niente riesce a esacerbare gli animi più dello studio delle nefandezze commesse dalla Chiesa cattolica e da quella riformata, in particolare con le rispettive Inquisizioni. Questo libro si occupa quasi esclusivamente degli orrori della prima ma la seconda non merita affatto un posto meno importante, si tratta solo di una documentazione non approfondita da me per motivi meramente occasionali. Eppure la tesi qui contenuta parte dal presupposto che l’Inquisizione costituisce una razionalizzazione nei riguardi dei procedimenti precedenti di persecuzione degli eretici, basati sull’ordalia, sul giudizio di Dio. Ma un progresso nell’orrore, una regolamentazione dell’orrore, non per questo non colpisce il nostro senso morale. Fu essa una razionalizzazione e il permanere, codificato, di uno squilibrio. Quella febbre che portava a denunciare, imprigionare, torturare per ventiquattro ore davanti a un notaio che redigeva un apposito verbale, esaminandola oggi, la scorgiamo ancora baluginare all’interno di noi stessi. Nel più profondo intimo della nostra coscienza immediata, così prigioniera del fare quotidiano, non abbiamo tutti paura ancora del diverso? La nostra reazione rabbiosa, scontrandosi con un comportamento diverso dal nostro, non ha spesso una risposta eccessiva, certo educatamente eccessiva, comunque tale da indicare l’esistenza di una possibile collisione? E poi, se la Chiesa ha disarmato i suoi carnefici, sostituendoli con occhiuti custodi dei credenti terrorizzati da un diavolo più astratto e da peccati più concreti, ha soltanto riverniciato la sua antica e malefica attitudine di benedire i crociati e i cannoni da qualsiasi parte essi si trovino. La violenza è un’istituzione della Chiesa allo stesso modo in cui è un’istituzione dello Stato perché è nell’uomo, essa è una maledizione connaturata al suo modo d’essere, non è un’eccezione. I Padri torturatori di qualche secolo fa avevano la sfacciataggine di consegnare all’esecuzione secolare il condannato e nell’atto relativo di condanna scrivevano “rilasciato”, se ne lavavano le mani. Come potevano difatti le mani di chi fa quotidianamente rivivere il dio del sacrifico della messa, macchiarsi di sangue? Il fatto è che nella violenza l’uomo non si allontana da se stesso entrando in un regno malefico per poi fare ritorno ravveduto e pentito, alla natura buona dell’originaria beatitudine. Egli permane nella violenza, è questo il suo regno, egli non va contro natura, la sua natura, squartando in quattro pezzi Damiens, colpevole di avere attentato alla vita di Luigi XV su istigazione dei gesuiti, teorici del tirannicidio, non è un mostro, ma non va al di là di se stesso, permane semplicemente quello che è. E le sue violenza raramente insorgono contro di lui per aggredire criticamente la sua coscienza, per rimproverarlo, per punirlo. Quando questo accade è solo per un conflitto intrinseco al concetto di libertà e un torturatore non sa nemmeno cos’è la libertà. Se qualcuno non gli taglia le radici un aguzzino può invecchiare tranquillamente convinto di essere nel giusto né più né meno del Cardinale Bellarmino.
Contenuto del volume
Introduzione – L’integralismo cattolico razionale – Contrasto di opinioni – Gli attacchi contro l’Inquisizione – “La leggenda del Grande Inquisitore” – L’eresia medievale: le sue motivazioni – I catari – La fine dei catari – L’Inquisizione in Italia – Delazione e tortura – L’Inquisizione spagnola – Perfezionamenti nella razionalizzazione – Contro le eresie della povertà – La fioritura dei trattati giuridici – Affabulatori vecchi e nuovi – L’interrogatorio – Torturatori vecchi e nuovi – Regole per l’applicazione della tortura – Ancora sulla tortura – La condanna a morte – La prigione – Pubblicità dell’Autodafé e pene subalterne – Confische, traffici e arricchimenti – Riesumazione, processo e condanna dei morti – Gli Ebrei e la “limpieza de sangre” – Il razzismo

Pëtr Kropotkin
Parole di un ribelle Introduzione di Alfredo M. Bonanno

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 21
2012, 2a ediz., pagine 192
euro 10,00

Un libro di lotta, tagliente come una lama, non un testo scientifico, come ci si aspetterebbe da Kropotkin. Qui c’è il combattente non il geografo e lo scienziato sociale. C’è l’uomo che ha alle spalle una lunga attività clandestina, un’evasione dalla prigione – fra le peggiori – zarista, e che sta accingendosi ad assaggiare quelle della democratica Francia. Insomma un uomo d’azione. Pur non essendo una lettura direttamente attualizzabile, mutate le condizioni storiche che oggi ci circondano da ogni parte, asfissiandoci e non alimentando le speranze di cui invece questo libro è intessuto, rimane lettura fraternamente fruibile. In altre parole, è un libro d’azione e per l’azione.

Max Stirner
Scritti minori Con l’aggiunta degli ultimi ritrovamenti

Biblioteca di Anarchismo – 16
2024, 3a ediz., pagine 312
euro 15,00

Questa raccolta viene pubblicata seguendo un criterio diverso da quello che John Henry Mackay applicò nella sua seconda edizione, quella del 1914. Ciò significa che essa si presenta in modo diverso anche dalla traduzione di Angelo Treves che segue strettamente l’ordine fissato da Mackay. In effetti quest’ordine aveva delle pecche considerevoli mettendo insieme scritti di grande importanza, frutto della riflessione filosofica di Stirner, con note redazionali e piccole cronache quotidiane che fanno parte del suo lavoro giornalistico. Eppure, anche in questi “pezzi” di scarso significato e di improbabile lettura si trovano importanti spunti. Il contenuto del volume, quindi, è stato diviso in tredici capitoli: I. Scritti sull’educazione e sulla scuola – II. Arte e religione – III. Scritti su Königsberg – IV. Alcune cose provvisorie sullo Stato fondato sull’amore – V. Recensione a I misteri di Parigi di Eugène Sue – VI. Risposte alle critiche mosse a L’unico e la sua proprietà - VII. Scritti su Bruno Bauer – VIII. Risposta di un membro della comunità berlinese alla lettera dei 57 ecclesiastici intitolata La festività domenicale. Parole d’amore ai nostri parrocchiani - IX. Il problema ebraico – X. Scritti sulla censura – XI. I “Liberi” – XII. Scritti vari – XIII. Ultimi ritrovamenti

“Negazine” n. 1 / 2017

Negazine n. 1 / 2017
Pagine 64 – cm 21*32
euro 8,50

“Nel leggere le pagine che seguono è bene che tutto quello che sappiamo sulla tecnologia non venga tenuto in considerazione. In effetti, quali sono le conoscenze o le ipotesi spacciate per certezze che costituiscono il contenuto scientifico della tecnologia? Poca cosa.”

Pëtr Kropotkin
Il mutuo appoggio Un fattore dell’evoluzione

Postfazione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 14
2012, 2a ediz. 1a rist., pagine 236
euro 10,00

Per attaccare il nemico non ho bisogno della collaborazione di una dottrina, né di un incitamento alla lotta in nome di un processo sotterraneo e invisibile. Se continuo a leggere in questo modo il libro di Kropotkin, è meglio chiuderlo subito e pensare ad altro. E del mutuo appoggio di cui parla Kropotkin? Lo vedo solo quando ho cominciato il mio attacco. Ecco il punto. Malatesta e Kropotkin si distanziano solo per una questione di tempi. Alzo le vele al vento della rivolta, cioè della verità, e sono quello che sono. Non sono in attesa di un’attestazione di aiuto sotterranea che da qualche parte protocolli le mie straordinarie nuove condizioni, sono io quelle condizioni straordinarie, sono io la verità primordiale separata ma, evidentemente, ritrovata. E che la festa cominci.

A cura di Giulia Gintoli
“Provocazione”. Indici completi 1987-1991

Biblioteca di Anarchismo – 5
2000, pagine 196
euro 5,50

Tutto il materiale pubblicato dal giornale “Provocazione” dal 1987 al 1991, cioè nei ventinove numeri della sua vita, è qui elencato allo scopo di fornire uno strumento per utilizzare saggi, articoli e documenti che altrimenti sarebbero stati raggiungibili con difficoltà. Tutti gli articoli, dal più importante al più piccolo e trascurabile, sono stati corredati da un breve riassunto del contenuto allo scopo di consentire un orientamento del lettore e facilitare l’utilizzo delle analisi e delle considerazioni critiche contenute nell’articolo. Tutti i documenti sono stati elencati indicando il titolo e l’autore. Per ogni singolo “pezzo” sono state inoltre fornite le indicazioni relative alla collocazione nel giornale: annata, data, numero del fascicolo, pagine. Un indice analitico favorisce la ricerca per argomento e quindi fornisce un quadro complessivo, distribuito per ordine alfabetico, di tutti gli argomenti trattati. Un indice degli autori, dei giornali, delle organizzazioni e delle aziende citate allarga le possibilità di ricerca collocandosi in corrispondenza e come completamento dell’indice analitico. Un indice delle indicazioni geografiche completa il lavoro.

Alfredo M. Bonanno
Gli Ebrei e il male assoluto

Opuscoli provvisori – 92
2015, pagine 72
euro 4,00

Gli uomini sono tutti uguali, e se qualcuno è indicato come più uguale di altri, per legge, si tratta di una beffa atroce, di un indennizzo fasullo, di una prevaricazione basata sulla forza politica attuale e sulla falsa coscienza di antichi torti inflitti. Ciò vale per tutti, in ogni tempo e in ogni luogo. Chi ha stabilito, per legge, che sottrarre qualche centinaio di migliaia di morti, all’elenco, sterminato, delle vittime della shoah, è un reato, è un razzista.
Non è vero che razzisti sono solo i sostenitori imbecilli di una improbabile fanfaluca come la “razza ariana”, sono parimenti razzisti tutti coloro che si considerano superiori ad altri per la loro origine diversa. Se non ci sono “razze” umane ci sono diverse caratteristiche umane che, considerate superficialmente, come ad esempio il colore della pelle, indicano una differenza. Ho conosciuto neri razzisti, zingari razzisti, Ebrei razzisti e, nei loro ragionamenti, affioravano imbecillità non dissimili da quelle di un qualsiasi Alfred Rosenberg o Houston Stewart Chamberlain.

Ernest Cœurderoy
Vita e morte di un bracconiere

Opuscoli provvisori – 91
2015, pagine 76
euro 4,00

Se mi impedisci di vivere, e di vivere come io decido di vivere, io ti impedisco di vivere, ti tolgo la vita. Non è un bel ragionamento, non va preso come modello, ma regge. Come ragionamento regge, e io sono pronto a sottoscriverlo. Certo, se soppeso le conseguenze del mio gesto mettendo sull’altro lato della bilancia soltanto la giustizia violata, la vera giustizia, non la pagliacciata dei tribunali, potrei restare un poco col braccio incerto, alzato a metà e trattenere il dito sul grilletto. Fermarmi e riflettere, accettare la supponenza onnicomprensiva della legge che mi impedisce ciò che per me è un diritto e per lei un reato, e tornarmene, coda fra le gambe, accettando la carità di un lavoro fissato dalle regole della convivenza civile.
E la dignità offesa? La mia dignità? Che cosa ne ho fatto?

Raoul Vaneigem
Terrorismo o rivoluzione

Opuscoli provvisori – 90
2015, pagine 62
euro 4,00

Molto di quello che qui viene recitato con grazia e (non poca) presunzione da Vaneigem è praticamente andato in fumo. Perché allora non assecondare il corso delle vicende umane e mandare anche questo breve testo verso il suo destino? Per due buoni motivi.
Primo, perché rappresenta una testimonianza d’epoca, un attestato delle illusioni di un tempo, le quali, una volta scomparse, si sono portate con sé anche le disponibilità coraggiose, gli impegni (engagements) al di là di ogni limite, l’odore del sangue e perfino le lacrime di pietà. Non so se l’asciuttezza paranoica, quindi bipolare, di ciò che è rimasto sia qualcosa da stringere nelle mani, un tesoro di cui far conto.
Secondo, perché alcune chiarezze, in questo testo presenti, sia pure confinanti con banalità stantie spesso considerate con eccessiva benevolenza, sono perle di consapevolezza oggi introvabili. Se ne potrebbe fare una piccola elencazione che evitiamo a beneficio del lettore.
Suggeriamo la lettura di questo testo cercando di evitare le contaminazioni storiche. Mettiamo, come se fosse possibile decifrarlo senza tenere conto dell’Internazionale situazionista e dei debiti contratti con Debord. Nel caso in cui, nel corso della lettura, ci si accorgesse dell’impossibilità di mantenere fede a questo impegno preventivo, suggeriamo di buttare via il libro.

Michèle Duval
I seguaci dell’amianto

Opuscoli provvisori – 89
2015, 2a ediz., pagine 80
euro 4,00

Il massacro è adesso visibile a livello mondiale. Sono perfino arrivate le condanne giudiziarie, per quel che valgono. I morti di cancro si contano a migliaia e i malati in procinto di morire sono altrettanti.
Non è tanto l’ottusità e la limitatezza degli scienziati che colpiscono – queste si conoscevano da sempre – quanto il cinismo dello sfruttamento senza limiti e senza pudore.
Si pensava scomparso per sempre il massacro dei bambini e delle donne nelle fabbriche dell’Ottocento, e invece continua. Non sono soltanto gli operai buttati al macello ma anche le loro famiglie, comunità intere corrono il rischio di morire per il guadagno tradizionale del 3%, senza pietà, fino all’ultimo uomo. In una società che innalza il pavese della democrazia e del perbenismo, persistono sacche di pirateria all’interno del meccanismo di sfruttamento. La responsabilità di questi estremismi non è soltanto della smania di guadagno di qualche esoso capitalista, ma è dell’intero sistema che rende possibile l’ipocrisia e l’imbroglio di qui il testo che presentiamo è un considerevole esempio. Basta pensare che è stato pubblicato per la prima volta nel 1977.

Alfredo M. Bonanno
Il messaggio nella bottiglia

Opuscoli provvisori – 88
2015, pagine 160
euro 4,00

Solo il silenzio
Perché non più parole? Perché a un certo punto la lotta per il possesso delle parole risulta insoddisfacente, i rituali che l’accompagnano scadono di fascino, non hanno più spinta, non mi fanno innamorare, mentre l’ignoto diventa noto scopro che la trama è sempre la stessa. E scopro anche una mancanza, l’impossibilità della connessione perfetta, della completezza. Posseggo conoscenze e tecniche, ma ho un me stesso dimidiato dalle stesse procedure di specificazione. Ho nostalgia di qualcosa che non c’è nella conoscenza e che non ha caratteristiche lessicali. Questa inquietudine fa venire avanti la paura del tremendo, di ciò che non posso afferrare e che mi sfugge malgrado la mia caccia sia sempre più serrata, qualcosa che mi indica come non è nella quantità quello che cerco e quindi vengo gettato in uno spaesamento che corre il rischio di elevarsi a delirio. Mi interrogo su questa potenza dell’assenza e non ho risposte. Silenzio. La quantità non rivela che le sue origini interne, le sue interne relazioni con il molteplice, ma della qualità non ho notizia. C’è stato un orientamento percettivo, ma dove è andata a finire?
Solo il silenzio.

Michail Bakunin
Il principio dello Stato

Opuscoli provvisori – 87
2015, pagine 64
euro 4,00

Sulla tradizione di Proudhon, per altro non ben conosciuto, Bakunin persegue l’analisi di collegare l’origine e lo sviluppo dello Stato sull’idea di Dio. In questo frammento manoscritto la tesi è sviluppata in modo stringato e convincete, più del famoso Dio e lo Stato. In ogni caso, i due testi si integrando reciprocamente.
La conclusione è presto detta: non è possibile una lotta contro lo Stato senza l’assistenza attiva di una lotta contro la religione e, per converso, una lotta platonicamente diretta a “dimostrare” la non esistenza di Dio diventa inconsistente senza una parallela sovversione sociale avente, quest’ultima, lo scopo immediato di distruggere il nemico.
Che i sedentari mangiapreti continuino in pace la loro digestione.

Charles Fourier
Critica del catechismo laico

Opuscoli provvisori – 86
2015, pagine 54
euro 4,00

La Rivoluzione francese, “grande”, per dirla con Kropotkin, è stata una svolta decisiva nella storia dell’uomo ma, nello stesso tempo, è stata l’occasione per sigillare il dominio in modo nuovo, aprendo tutti gli sviluppi moderni della sua realizzazione.
Ci siamo entusiasmati leggendo i grandi avvenimenti di quell’epopea, ma le critiche sono sempre arrivate con ritardo.
Charles Fourier è, in queste pagine, come in tante altre della sua vastissima opera, un critico pungente e radicale, anche per noi, a distanza di tanto tempo. Non sono forse in circolazione anche oggi alcune delle idiozie affermate con tanta prosopopea nel lavoro di Saint-Lambert? A quando la definitiva distruzione del mostro statale?

Alfredo M. Bonanno
L’Inquisizione spagnola e gli Ebrei

Opuscoli provvisori – 85
2015, pagine 78
euro 4,00

In tempi perbenisti, tipici del gesuitismo francescano (non si tratta di un bisticcio di parole), è bene rileggere alcuni accadimenti del passato, più o meno antico. Che la vergogna e l’obbrobrio non si cancelli tanto facilmente, con un colpo di spugna e qualche parola caritatevole. L’attuale papa Francesco è un continuatore dei massacratori del passato, non dimentichiamolo. Nessuna illusione.

Ernest Cœurderoy
La corrida

Opuscoli provvisori – 84
2015, pagine 80
euro 4,00

Queste bellissime pagine di Coeurderoy non sono un contributo “animalista”, sarebbe riduttivo leggerle in quest’ottica. Sono un commovente e grandioso appello contro l’indegnità dell’uomo, contro le sue atrocità, contro le sue miserie, contro il piacere abietto che prova nell’infliggere dolori e sofferenze.
Togliere dal luogo dove stavano, I giorni dell’esilio, è stata forse una forzatura editoriale, ma non ce ne rammarichiamo.

Johann Most
La peste religiosa

Opuscoli provvisori – 83
2015, 2a ediz., pagine 80
euro 4,00

Dominio e religione sono legati insieme, quando cadranno faranno un tonfo comune, non è possibile ipotizzare una lotta contro la religione senza una contemporanea, e particolarmente efficace, lotta contro il potere così come storicamente si è coagulato nello Stato.
Se in Spagna, l’insurrezione del 1936 bruciava le chiese non era soltanto perché molti preti combattevano a fianco dei franchisti o svolgevano il compito di delatori, ma anche perché la coscienza rivoluzionaria anarchica non poteva – né doveva – distinguere tra Chiesa e potere. Il sentimento religioso, individuale e personale, la fede o la credenza, la paura e tutti i sentimenti che le fanno da corredo, sono altro, e questi vanno rispettati, ma l’istituzione Chiesa e l’esercito spietato che la personifica e la fa agire, sono un’altra cosa.

Alfredo M. Bonanno
Dio e lo Stato nel pensiero di Proudhon

Opuscoli provvisori – 82
2015, 2a ediz., pagine 90
euro 4,00

Una delle migliori analisi del rapporto tra la religione e lo Stato. Proudhon non è un filosofo scolastico, comincia a lavorare come operaio affrontando la lotta per superare la miseria. Spesso, chi ha fatto questa esperienza sgradevole e angosciante diventa un feroce repressore o un millantatore reazionario, qualcosa a metà tra un riformista e un sognatore di utopie. Non è il suo caso. Marx aveva visto giusto, cercando di frenare, con i soliti mezzi – la calunnia e l’imbroglio – la dirompente efficacia delle Contraddizioni economiche. Lo spirito giornalistico (pungente ma superficiale) che il sofista hegeliano utilizzò, da par suo, è tutto nel sottotitolo del grandioso libro di Proudhon (Filosofia della miseria), capovolto in Miseria della filosofia.
Veramente stupefacenti le note critiche che stende Proudhon in margine alla sua copia del libro di Marx. Stupefacenti ed esilaranti.
 
 

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