Parigi 1871. La Comune libertaria

Opuscoli provvisori – 3
2013, 4a ediz., pagine 50
euro 4,00

Gli avvenimenti di marzo portarono nelle strade di Parigi una umanità dolorante che non si era mai vista. La borghesia (secondo la testimonianza di Vilfredo Pareto) ne fu addirittura terrorizzata. Più che gli scontri veri e propri, le barricate e le distruzioni, come l’abbattimento della colonna Vendôme eretta a ricordo delle vittorie di Napoleone, fatti che interessarono solo una parte dei quartieri della città, quello che fece veramente paura fu l’autorganizzazione di una realtà sovversiva che non si immaginava potesse fare da sé. Dai luoghi più reconditi e miseri di Parigi uscirono le forze vive di quella parte della società da sempre destinata alla fame e all’ignoranza. E questa gente non andava tanto per il sottile, anche se i tentativi di frenarla partirono subito da quelle componenti – politici, letterati, avvocati – che in questi casi riescono a mettersi alla testa di ogni iniziativa per darle il “giusto” freno e indirizzarla verso quelle contrattazioni che nella logica del potere possono dare i migliori frutti. Difatti, anziché attaccare subito Versailles, utilizzando i cannoni che si trovavano a Parigi, e impiegando le forze militari che potevano avere facilmente ragione dei resti di un esercito umiliato e sconfitto, questi “capi proletari” fecero di tutto per rallentare le cose e permettere al governo provvisorio di riorganizzarsi e, con l’aiuto dei Prussiani, schiacciare la Comune.

Alfredo M. Bonanno
La gioia armata

Opuscoli provvisori – 2
2013, 3a ediz., pagine 74
- ESAURITO - Ristampa in Piccola biblioteca n.2

Il compagno che ogni mattina si alza per andare a lavorare, che s’incammina nella nebbia, che entra nell’atmosfera irrespirabile della fabbrica o dell’ufficio, per ritrovarvi le stesse facce: la faccia del capo reparto, del conta-tempi, della spia di turno, dello stacanovista-con-sette-figli-a-carico, questo compagno sente la necessità della rivoluzione, della lotta e dello scontro fisico, anche mortale, ma sente pure che tutto ciò gli deve apportare un poco di gioia, subito, non dopo. E questa gioia se la coltiva nelle sue fantasie, mentre cammina a testa bassa nella nebbia, mentre passa ore nei treni o nei tram, mentre soffoca sotto le pratiche inutili dell’ufficio o davanti agli inutili bulloni che servono a tenere insieme gli inutili meccanismi del capitale.

Alfredo M. Bonanno
Io so chi ha ucciso il commissario Luigi Calabresi

Opuscoli provvisori – 1
2013, 4a ediz., pagine 120
euro 4,00

Se questo mondo si basa sulla giustizia commisurata, sui calcoli numerici di un dare e un avere, di un punire per il torto fatto e di fare un torto per la pena subita, si tratta di un mondo che non ha niente a che fare con quell’idea di giustizia venuta fuori collettivamente in quel momento, quella sera, nel Cimitero Maggiore di Milano. Ecco quindi che quella sera, senza che nessuno lo volesse o lo sapesse, è venuta fuori un’idea di giustizia che prima non c’era, un’idea che travalica e rende risibile il singolo desiderio, la singola fantasia di sparare in bocca al buon commissario Calabresi, desiderio e fantasia coltivati senz’altro dalla quasi totalità dei presenti.
Ecco perché io so chi ha ucciso il commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972, sotto casa sua, in via Cherubini 6, a Milano, alle nove e un quarto del mattino.
Nessun perdono. Nessuna pietà.

Carlo Cafiero
Anarchia e comunismo

Co-edizione Insurrezione / Baffardello
2009, pp. 64
euro 5,00

Per Cafiero la condizione primana verso la quale deve portare la rivoluzione sociale è l'Anarchia, la sola a permettere materialmente l’immediata attuazione sul piano sociale del comunismo, e la sola in grado di troncare alla radice la concezione autoritaria di una transazione e conservazione provvisoria dell’apparato dello Stato, concezione che avrebbe come risultato non la scomparsa di quest'ultimo, bensì una sua rigenerazione sotto altra forma.
L'Anarchia, nel pensiero di Cafiero, è l’idea centrale che pervade l’intera costruzione della futura società liberata; l’idea di eguaglianza e di giustizia sociale che meglio rispecchia il nostro bisogno di comunismo, ossia di ripartizione dei beni sociali prodotti comunitariamente, in base al principio “a ciascuno secondo i propri bisogni”.
Per Cafiero il comunismo deve attuarsi nell’immediato e non in un futuro ipotetico. Gli sfruttati devono lottare per stare bene da subito, senza sacrificarsi per qualcosa che probabilmente non vedranno mai. Così egli attacca le ideologie autoritarie socialiste e comuniste perché predicano il sacrificio.
Per gli anarchici, sarà l’esperienza a dimostrare e a suggerire agli uomini, in totale libertà, il metodo migliore per giungere al soddisfacimento di tutti i bisogni, sia materiali che intellettuali.

“Negazine” n. 6 / 2022

Negazine n. 6 / 2022
Pagine 64 – cm 21*32
euro 5,00

Ci avviamo, con questo sesto numero della nostra rivista, a chiudere l’avventura iniziata cinque anni fa. Forse riusciremo a pubblicare qualche altro fascicolo, forse no, tutto dipende, non tanto dalle nostre forze intellettive, quanto dalle forze dell’argomento stesso che abbiamo deciso di approfondire: la derealizzazione della realtà.
In effetti siamo partiti con idee solo approssimativamente chiare, nella speranza di conoscere meglio, strada facendo, la serie di problemi che ci stava di fronte. Avvicinandoci alla fine ci siamo accorti che man mano che si accavallavano i problemi, invece di chiarirsi la prospettiva generale, quindi il processo derealizzante nel suo svolgersi, l’orizzonte si allargava facendoci vedere che non c’era modo di semplificare e spiegare il suo evolversi.
Se c’è qualcosa di sensato in questa avventura sono i rottami di pensiero che abbiamo lasciato cadere nel percorso logico che ci ha accompagnato. Sono questi frammenti che hanno un senso per capire come procede il processo di cui parliamo, sono essi stessi, nella loro – a volte – poco accessibile comprensione, che costituiscono il bagaglio conoscitivo di cui andiamo fieri e che potrà costituire, nei prossimi anni, quello che possiamo definire un percorso a ritroso, un andare indietro alla ricerca non di “spiegazioni”, ma di “ampliamenti” di quei problemi medesimi che oggi sembrano tanto difficili nella loro provvisoria presentazione.

“Negazine” n. 5 / 2021

Negazine n. 5 / 2021
Pagine 62 – cm 21*32
euro 5,00

Continua il nostro sforzo di dire il dire, cioè di penetrare nella parola, il solo mezzo che possediamo per comunicare. Ma non possiamo considerarlo al di là di ogni sospetto. Quasi sempre esso si avvicina di soppiatto, ci sfiora col suo tocco leggero e ci fa innamorare della verità. Ma la verità non si può dire, essa giace nell’ente che ci confronta con la sua compattezza impenetrabile, e tocca a noi svelarla, cioè privarla del velo che la copre e così la nasconde ai nostri occhi e, quel che è peggio, agli occhi di tutti.

“Negazine” n. 4 / 2020

Negazine n. 4 / 2020
Pagine 74 – cm 21*32
euro 5,00

Molti hanno la strana abitudine di non tenere conto della funzione di uno strumento come una rivista. Essa è, né più né meno, un contenitore di parole. Le parole, messe insieme, vengono di solito indirizzate a costruire idee, purché siano intelligibili e coerenti fra loro, almeno dal punto di vista logico. La conoscenza, infatti, si costruisce con le parole, o meglio, per essere più precisi, con i segni, ma deve sottostare a corrispondenze logiche, in linea di massima non deve dire e disdire nello stesso tempo, cioè affermare contemporaneamente una tesi e il suo esatto contrario.

“Negazine” n. 3 / 2019

Negazine n. 3 / 2019
Pagine 82 – cm 21*32
euro 5,00

Molto rumore per nulla. Questo rumore ci sembra sia, quasi sempre, diretto a cercare un semplificatore, da qualche parte e a qualsiasi costo. Per carità, metteteci davanti agli occhi un testo in grado di essere colto nei suoi più reconditi significati senza sforzo alcuno oppure, se proprio vogliamo darla giù dura, con sforzi piccoli, dosati e progressivi. Insomma, qualcosa da leggersi mentre si mangia a tavola, accanto a un piatto di minestra.
Niente che richieda una prima e una seconda lettura, nulla che costringa a riflettere per più di qualche secondo, giustappunto come prevede il codice dell’attuale alfabetizzazione.
Avendo affermato in molte parti dei due precedenti numeri di questo sforzo iniziato collettivo e arrancante su insostituibili punti di riferimento, che c’erano parecchi dubbi da chiarire e che non ci riusciva di farlo se non sollevando il ginepraio di altri dubbi altrettanto gravidi di future complicazioni, la cosa finiva per azzerare ogni speranza esplicativa in senso tradizionale.

“Negazine” n. 2 / 2018

Negazine n. 2 / 2018
Pagine 68 – cm 21*32
euro 5,00

Il secondo numero di una rivista come questa è, per noi, un gran successo. Non solo siamo contenti, il che sarebbe ovvio, ma siamo anche un poco meravigliati. Non ci facevamo illusioni e non ce ne facciamo neanche adesso. L’elenco delle questioni a noi incomprensibili, contenuto nell’articolo “E ora?” permane ancora valido, anche se abbiamo, qui, cercato di dare alcune risposte. Non che queste risposte non siano, in se stesse, soddisfacenti, è che man mano che avanzavamo nella stesura di esse ci accorgevamo che aprivano altri dubbi, ancora più complessi e numerosi delle risposte che riuscivano a dare alle questioni in gioco.

“Negazine” n. 1 / 2017

Negazine n. 1 / 2017
Pagine 64 – cm 21*32
euro 8,50

“Nel leggere le pagine che seguono è bene che tutto quello che sappiamo sulla tecnologia non venga tenuto in considerazione. In effetti, quali sono le conoscenze o le ipotesi spacciate per certezze che costituiscono il contenuto scientifico della tecnologia? Poca cosa.”
 
 

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Prossime uscite
Rudolf Rocker, Nazionalismo e cultura William Godwin, Ricerca sulla giustizia politica e sulla sua influenza su morale e felicità Alfredo M. Bonanno, L’ospite inatteso Alfredo M. Bonanno, Dal banditismo sociale alla guerriglia Luigi Galleani, La fine dell’anarchismo? Anselmo Lorenzo, Il proletariato militante. Memorie di un internazionale Bakunin, Opere vol. II – La Prima Internazionale e il conflitto con Marx Pëtr Kropotkin, Il mutuo appoggio Dominique Karamazov, Miseria del femminismo A cura di Alfredo Bonanno, Estetica dell’anarchismo Feral Faun, Rivoluzione selvaggia