Pëtr Kropotkin
Memorie di un rivoluzionario Introduzione di Alfredo M. Bonanno

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 22
2016, pagine 304
euro 10,50

Qui c’è lo sguardo di un uomo meravigliato del mondo che si vede ingenuamente sorpreso di trovarsi di fronte alla grandezza della natura, al sogno di un futuro migliore, di un mondo più giusto. Che poi, da un punto di vista concreto, diciamo attivamente rivoluzionario, trasformativo, questo entusiasmo non si traduca in indicazioni per noi significative, meno che mai oggi, con le mutate condizioni in cui soffochiamo, questo è un altro discorso.
Kropotkin non se ne preoccupa e la cosa non fa velo. Capisco la gioia del bambino e del giovane, capisco la gioia dello studioso che vuole scoprire i segreti di un mondo ancora quasi sconosciuto, di foreste, e fiumi, e montagne, e ghiacciai, inesplorati, e capisco anche il rapido maturare della coscienza rivoluzionaria, l’impegno continuo, la propaganda, l’azione, il carcere.
Capisco meno l’incapacità operativa, la concretezza vacillante, il continuo scappare via nel sogno di un mondo ormai inconciliabile con gli sviluppi moderni, e capisco ancora meno il chiudere gli occhi davanti alla cattiveria, alla radicale cattiveria dell’uomo. L’ottimismo si racchiude tutto nel ritenere possibile quello che si vuole realizzare nell’azione, non nel sognare un meccanismo determinista che sia in se stesso buono e quindi in grado di dare man forte al proprio vedere il futuro in modo positivo.
Sono un ottimista, odio le letture che faccio spesso di pessimisti dichiarati, alla lunga ho scoperto però che sotto il loro cupo rifiuto della speranza ci sta un modo diverso di riproporre una sorta di fiducia nel futuro. Un disperato pessimista spera che le cose non vadano tanto male, è un ottimista come me, ma alla fine ci differenziamo solo perché non pongo molta importanza nell’accumulo dei possessi. Lui, al contrario, è scornato dalla disillusione che qualunque possesso non può fare a meno di portare con sé. Allo stesso modo mi sento obbligato a entrare in sospetto nei riguardi dei panottimisti come Kropotkin, questo senza nulla togliere alla bellezza di questo libro.

Pëtr Kropotkin
Parole di un ribelle Introduzione di Alfredo M. Bonanno

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 21
2012, 2a ediz., pagine 192
euro 10,00

Un libro di lotta, tagliente come una lama, non un testo scientifico, come ci si aspetterebbe da Kropotkin. Qui c’è il combattente non il geografo e lo scienziato sociale. C’è l’uomo che ha alle spalle una lunga attività clandestina, un’evasione dalla prigione – fra le peggiori – zarista, e che sta accingendosi ad assaggiare quelle della democratica Francia. Insomma un uomo d’azione. Pur non essendo una lettura direttamente attualizzabile, mutate le condizioni storiche che oggi ci circondano da ogni parte, asfissiandoci e non alimentando le speranze di cui invece questo libro è intessuto, rimane lettura fraternamente fruibile. In altre parole, è un libro d’azione e per l’azione.

First of May Group
Per una milizia cittadina Elementi di lotta insurrezionale

Biblioteca di Anarchismo – 20
2012, pagine 144
euro 10,00

Il fatto che tanta acqua sia passata sotto i ponti da quando queste annotazioni furono redatte, e incolpevoli artisti messi al lavoro per tratteggiare vignette esplicative, non significa che l’imperiosa necessità di questo documento non permanga identica. Che le facce siano mutate, e i salamelecchi diventati più untuosi e meno rozzi, che le disavventure del capitale emergano in primo piano, non vuol dire che in ultima sede, come estrema spiaggia su cui collocarsi e difendere i privilegi e lo sfruttamento, non ci sia il nemico armato. Questo è sempre là. Si è di molto affinato, adesso ha mezzi che prima non poteva permettersi, e ciò anche perché le difficoltà stesse del capitale convincono quest’ultimo a pagare in anticipo una difesa che potrebbe rivelarsi più urgente del previsto. E noi? Cosa volete che vi dica? Non è che si siano fatti molti passi avanti di fronte ai problemi che a suo tempo, più di trent’anni fa, questo documento sollevava.

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio Volume III
Postfazione di Raoul Vaneigem

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 19
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio Volume II

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 18
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio (in tre volumi)

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 17/18/19
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Cœurderoy è scrittore complesso, e per l’epoca sua, che tale lo covò in seno come una serpe maligna, e per lo stile che fu connaturato al modo di vedere il mondo, e per la difficoltà degli argomenti che affrontò. Siamo davanti ad un grande scrittore, non a un giornalista, rivoluzionario per quanto si voglia, ma sempre orecchiante della penna. E leggere uno scrittore grande, che campeggia solitario nel mare della letteratura romantica europea del suo tempo è, oggi, per noi, un’impresa senza pari difficile. Non abbiamo strumenti a portata di mano, non abbiamo termini di paragone, non c’è qualcosa di simile a cui le nostre usate letture possano chiedere ausilio di memoria. Non abbiamo mai letto niente di simile.Cœurderoy non prepara anarchici, non vuole indirizzare e ancor meno lisciare il pelo a qualcuno, sia pure al solo referente che, per via deduttiva, si deve ammettere potesse costituire, anche ai suoi tempi, il ristretto numero di lettori per cui scriveva.
Lotta da solo, contro tutti e quindi anche contro la trama ideologica che minaccia, via via, di respingerlo e di catturarlo, di allettarlo e di ripugnargli. Ed è lotta gigantesca. Si può dire che non esiste un solo argomento riconducibile a una sacrosanta ortodossia rivoluzionaria, ribadita dai maggiorenti dell’epoca sua, e dell’epoca nostra.
Al lettore costante e coraggioso la scoperta.
“Per fare passare la rivoluzione attraverso questo secolo come un ferro rovente, bisogna fare una sola cosa: Demolire l’autorità. Questa proposizione non ha bisogno di essere dimostrata. Che ciascuno si interroghi e dica se è per sua volontà o per forza che sopporta che un altro si proclami suo padrone e agisca come tale. Dica se non ritiene di valere quanto un’altro. Dica se è contento di fare ingrassare sempre papi, imperatori, re, rappresenanti, monopolisti, medici, istitutori, giudici, giornalisti, tribuni, direttori, dittatori. Dica se non desidera essere al più presto sollevato da tutto ciò. Dica se non capisce meglio da solo ciò che gli è utile e se volentieri si rimette nelle mani di altra gente.”

Ernest Cœurderoy
I giorni dell’esilio Volume I
Introduzioni di Alfredo M. Bonanno

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Postfazione di Raoul Vaneigem
Biblioteca di Anarchismo – 17
2012, 3 voll. indivisibili, pagine 726
euro 35,00

Max Stirner
Scritti minori Con l’aggiunta degli ultimi ritrovamenti

Biblioteca di Anarchismo – 16
2024, 3a ediz., pagine 312
euro 15,00

Questa raccolta viene pubblicata seguendo un criterio diverso da quello che John Henry Mackay applicò nella sua seconda edizione, quella del 1914. Ciò significa che essa si presenta in modo diverso anche dalla traduzione di Angelo Treves che segue strettamente l’ordine fissato da Mackay. In effetti quest’ordine aveva delle pecche considerevoli mettendo insieme scritti di grande importanza, frutto della riflessione filosofica di Stirner, con note redazionali e piccole cronache quotidiane che fanno parte del suo lavoro giornalistico. Eppure, anche in questi “pezzi” di scarso significato e di improbabile lettura si trovano importanti spunti. Il contenuto del volume, quindi, è stato diviso in tredici capitoli: I. Scritti sull’educazione e sulla scuola – II. Arte e religione – III. Scritti su Königsberg – IV. Alcune cose provvisorie sullo Stato fondato sull’amore – V. Recensione a I misteri di Parigi di Eugène Sue – VI. Risposte alle critiche mosse a L’unico e la sua proprietà - VII. Scritti su Bruno Bauer – VIII. Risposta di un membro della comunità berlinese alla lettera dei 57 ecclesiastici intitolata La festività domenicale. Parole d’amore ai nostri parrocchiani - IX. Il problema ebraico – X. Scritti sulla censura – XI. I “Liberi” – XII. Scritti vari – XIII. Ultimi ritrovamenti

Bernard Thomas
Jacob Alexandre Marius detto Escande, Attila, Georges, Bonnet, Féran, Duro a morire, il Ladro

Postfazione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 15
2008, 3a ediz., pagine 230
euro 10,50

Jacob ha svaligiato centinaia di case borghesi, ha ricavato una ricchezza enorme, e l’ha messa a disposizione del movimento anarchico internazionale. Il suo progetto era utopicamente insensato, tendendo ad allargare il numero dei “lavoratori della notte” e quindi a svuotare dall’interno, con questi prelievi coatti, la forza repressiva della classe borghese. Utopie, siamo d’accordo, ma non è qui il punto.
Rubare è indispensabile per un rivoluzionario, rubare ai ricchi. È indispensabile perché altrimenti non potrebbe trovare i mezzi per la propria attività rivoluzionaria diretta a sovvertire l’ordine esistente.
Questo non è un libro di avventure, anche se ciò può aver cercato Thomas.

Pëtr Kropotkin
Il mutuo appoggio Un fattore dell’evoluzione

Postfazione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 14
2012, 2a ediz. 1a rist., pagine 236
euro 10,00

Per attaccare il nemico non ho bisogno della collaborazione di una dottrina, né di un incitamento alla lotta in nome di un processo sotterraneo e invisibile. Se continuo a leggere in questo modo il libro di Kropotkin, è meglio chiuderlo subito e pensare ad altro. E del mutuo appoggio di cui parla Kropotkin? Lo vedo solo quando ho cominciato il mio attacco. Ecco il punto. Malatesta e Kropotkin si distanziano solo per una questione di tempi. Alzo le vele al vento della rivolta, cioè della verità, e sono quello che sono. Non sono in attesa di un’attestazione di aiuto sotterranea che da qualche parte protocolli le mie straordinarie nuove condizioni, sono io quelle condizioni straordinarie, sono io la verità primordiale separata ma, evidentemente, ritrovata. E che la festa cominci.

Alfredo M. Bonanno
Trattato delle Inutilità. Parte seconda: Rien

Biblioteca di Anarchismo – 11/12/13
2012, 3 voll. rilegati in tela, pagine 2002
euro 80,00

La ricerca personale è un’altra condizione dell’individuo, prospettandosi come coinvolgimento è l’antitesi del bisogno istituzionale che non scompare mai del tutto in quanto si consolida negli aspetti del campo che ogni critica, per quanto negativa, non può fare scomparire del tutto con un colpo di bacchetta magica. In me, mancando il movente didascalico, prende una dimensione insospettata e inarrestabile il movente provocatorio, di ricerca, di sollecitazione alla riflessione, movente, quest’ultimo, che non è affatto di natura pedagogica. Lepidezze e scipitaggini. In me c’è poca disponibilità ad attendere, elemento essenziale del maestro, e molta attitudine alla spinta. Non sono una persona particolarmente gradevole. La solitudine radicale non necessariamente conduce a rintracciare chi potrebbe essere interior intimo meo et superior summo meo, secondo Agostino. Sono convinto che Agostino non voleva ottenere dal suo dio ciò che mette al di sopra di tutti, la qualificazione che consente di accedere alla città di Dio. L’ho sempre immaginato con i Vandali alle porte, intento a completare i suoi scritti, a rivedere parole, a curare i contorsionismi retorici. Kafka mi ricorda gli egittologi. Le mummie sono il pane quotidiano di questi ultimi. Solo gli ubriachi si immaginano (sich einbilden) di sapere parlare correttamente. La ricerca della qualità è una questione di pulsione intima, interna alle mie considerazioni in corso di impossibile completamento, qualcosa di simile alla gelosia. Una questione di genio. Per questo motivo Agostino non è mai stato un uomo saggio, poniamo come Origene, assolutamente non in grado di evirarsi come suprema conferma di avere vinto la volontà. Egli sa che questa strada è sbagliata, ed è sbagliata perché gli è impossibile. Con il dolore forgio il mio passo verso la qualità, il passo definitivo. Agostino non ha mai voluto fare questo passo, si è sempre mantenuto in bilico, e quando non ne poteva più, quando stava per accedere alla cosa, ecco che decide di mettere rimedio all’irrimediabile, parlando di superiorità. Non ci si subordina alla cosa, ci si lascia catturare, ma si resta sempre indipendenti, separati, liberi. Alla fine Agostino si rende conto di essere libero, ed è allora che capisce fino in fondo quanto è pesante la predestinazione. Lui era veramente un predestinato? Assolutamente no. La città santa non era per lui. Decidere su questa ambivalenza, anche se può tranquillamente essere considerata una chiacchiera da perdigiorno, diventa importante, può avere ripercussioni su tutti i recessi della mia vita. Mi sono arrischiato a considerarla appunto una chiacchiera, di punto in bianco, una decisione che ho preso con l’ardore e la sconsideratezza della gioventù, per poi continuare a mangiare e a tacere come sempre, spesso a soffrire. Ma il coraggio non poteva arrivare imballato e infiocchettato da questa parte, erano altre le vie dalla carovana che nel frattempo lo stava trasportando fino al mio molo di partenza.

Alfredo M. Bonanno
Hybris. Distruggere la religione

Biblioteca di Anarchismo – 9/10
2003, 2 voll. rilegati in tela, pagine 1028
euro 50,00

La misura è legge. La parola nomos viene da nemein, pascolare e anche dividere. All’origine, popoli pastori dovevano fare molta attenzione sia all’allevamento del bestiame (contarlo era un problema), sia alle procedure adottate per dividere gli armenti e le greggi. Misura, quindi, misura di quello che si possiede e su cui si basa il proprio sostentamento e un minimo di necessaria garanzia contro i pericoli e le incertezze del futuro. Un legame cinge tutta la terra come una corda, o un serpente, Oceano è questo legame liquido, fiume eterno e cominciamento inaccessibile. La vita è in relazione con l’idea stessa di fluido. Il nomos vi si oppone, ne frena l’irrefrenabile dilagare e vi mette ordine. Nel suo puntare i piedi, la misura si costituisce e articola. Mangia il prodotto della terra originaria e si divide in mille specificazioni che arrecano comodità interpretativa. La vita sembra rallegrarsene. Nascono i muri, rovina e pena di ogni gioia di vivere. L’ira del dio diventa furore non appena vengono fissate le distanze, pigia nei tini il sangue del sacrificio, cancella l’ombra delle incertezze, assegna ogni cosa al proprio posto, il tempo d’ora in poi durerà in eterno, soltanto ad alcuni verrà dato di sciogliere. L’orizzonte non è più libero, sembra restringersi in una cupola, sovrasta più che consegnare l’occhio indiscreto alle libertà della divagazione. I ritmi lavorativi si legano alla terra e alla terra legano. Oceano non fluisce più liberamente, cupola dapprima, adesso è cilindro.

Max Stirner
L’unico e la sua proprietà

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 8
2020, 4a ediz., pagine 338
euro 12,00

Nessun libro come questo ha forse meno bisogno di una introduzione. Si presenta da solo, come ogni libro maledetto che si rispetti. Ne consegue che molti, se non proprio tutti, prima di prenderlo in mano, oppure dopo averlo letto anche più volte con supponenza, credono di sapere la potenziale dirompenza contenuta nelle sue pagine. Non è così. E non è nemmeno questione di capire quello che Stirner dice, entrando fra la spesso non facile tecnica di datate discussioni filosofiche. Piuttosto si tratta di quello che uno intende fare della propria vita. Ebbene, può un libro avere a che fare con la vita di chi lo legge? Quasi sempre no, rarissimamente sì. L’“unico” è uno dei pochi casi in cui questa affermazione assume le caratteristiche di un estremo coinvolgimento. O questo c’è, penetrando fino in fondo, fino alle lacrime, nelle nostre miserie quotidiane, oppure è bene che riponiamo il libro nello scaffale da cui lo abbiamo improvvidamente prelevato.

Albert Libertad
Il culto della carogna

Biblioteca di Anarchismo – 7
Introduzione di Alfredo M. Bonanno
2001, 2a ediz., pagine 68
– ESAURITO –
Ristampa in Opuscoli provvisori n. 58

Pëtr Kropotkin
La conquista del pane

Biblioteca di Anarchismo – 6
Postfazione di Alfredo M. Bonanno
2014, 3a ediz., pagine 184
IN RISTAMPA

Sognare intervalli benefici, condizioni privilegiate – condizioni di bontà e di amore fraterno – insite nell’animo umano, strade che solo il dio del perdono e della compassione può percorrere, è illusione troppo gravida di conseguenze nel grigiore che ci circonda. L’apertura a quello che ci batte in cuore è pur sempre una fessura di luce, che da qualche parte conduce un debole chiarore nella tristezza che abitiamo, ma non si tratta di uno scheletro forte, quella fessura non è contenuta nelle cose, che se ne infischiano di qualsiasi esecuzione preventiva, le cose vanno avanti per la loro strada, assolutamente indifferenti a tutti i modelli interpretativi che suggeriamo loro. Accettare la compagnia inevitabile della distretta è riconoscersi per quello che siamo, condizione imprescindibile per diventare quello che siamo. E questo riconoscimento è altro dal processo che osserviamo fuori di noi attraverso i tempi e la storia – elettrificazione leninista e autostrade hitleriane –, oggi la tecnica penetra dappertutto nel mondo e vuole accoglierci nel suo grembo protettivo, vuole farci diventare avvenimenti di una quotidianità controllata fin dal levarsi dal letto la mattina, vuole presentarsi come l’amazzone che difende il guanciale del pargolo, mentre non è altro che l’ultima, forse la più terribile, incarnazione delle Madri. Ed è all’interno di questo quadro se si vuole desolante che dobbiamo ricominciare un discorso di costruzione, oppure rileggere lo stesso testo di Kropotkin, mettendo da parte la spossatezza del vagabondo, il sottile scetticismo di chi ha ormai visto troppo male nella sua esperienza per non dichiararsi convinto che tanto una scelta vale l’altra. Non è vero che non ci siano scelte da privilegiare ad altre, non è vero che non sia possibile scegliere. Solo che per farlo occorre avere il cuore caldo, essere capaci di una carezza ma anche della dura decisione che porta a tagliare il cordone ombelicale che continua a legarci al nemico.

A cura di Giulia Gintoli
“Provocazione”. Indici completi 1987-1991

Biblioteca di Anarchismo – 5
2000, pagine 196
euro 5,50

Tutto il materiale pubblicato dal giornale “Provocazione” dal 1987 al 1991, cioè nei ventinove numeri della sua vita, è qui elencato allo scopo di fornire uno strumento per utilizzare saggi, articoli e documenti che altrimenti sarebbero stati raggiungibili con difficoltà. Tutti gli articoli, dal più importante al più piccolo e trascurabile, sono stati corredati da un breve riassunto del contenuto allo scopo di consentire un orientamento del lettore e facilitare l’utilizzo delle analisi e delle considerazioni critiche contenute nell’articolo. Tutti i documenti sono stati elencati indicando il titolo e l’autore. Per ogni singolo “pezzo” sono state inoltre fornite le indicazioni relative alla collocazione nel giornale: annata, data, numero del fascicolo, pagine. Un indice analitico favorisce la ricerca per argomento e quindi fornisce un quadro complessivo, distribuito per ordine alfabetico, di tutti gli argomenti trattati. Un indice degli autori, dei giornali, delle organizzazioni e delle aziende citate allarga le possibilità di ricerca collocandosi in corrispondenza e come completamento dell’indice analitico. Un indice delle indicazioni geografiche completa il lavoro.

A cura di Rosa Raneri
“Anarchismo”. Indici completi 1975-1994

Biblioteca di Anarchismo – 4
2000, pagine 232
euro 5,50

Tutto il materiale della rivista è qui elencato allo scopo di fornire uno strumento per utilizzare saggi, articoli, documenti e recensioni che altrimenti sarebbero stati raggiungibili con difficoltà. Tutti gli articoli sono stati elencati indicando il titolo e l’autore e corredati da un breve riassunto. Per ogni singolo “pezzo” sono state fornite le indicazioni relative alla collocazione nella rivista: annata, data, numero del fascicolo, pagine. Completano il volume gli indici analitico, delle indicazioni geografiche, degli autori, dei giornali, delle organizzazioni e delle aziende citate.

Alfredo M. Bonanno
Trattato delle Inutilità. Parte prima: Jamais

Biblioteca di Anarchismo – 1/2/3
2000, 3 voll. rilegati in tela, pagine 1932
– ESAURITO –

Alla fine vorrei sedermi a ricordare con calma, sedermi su una pietra azzurra, come ne ho viste nel paradiso terrestre, e contare gli uccelli disposti a fasce multicolori, guardare il libero lago, ricordare, scolpiti nel cuore, nomi che nulla direbbero al passeggero veloce, memoria tutta mia, segreta come i miei sogni. Fra i tanti modi di iniziare questo racconto ne ho scelto uno poco appariscente. Avevo immaginato cominciamenti costruiti bene, ricchi di significato, logici, progressivi. Poi mi sono reso conto che nelle pagine narrate qualcosa non andava. La realtà è movimento. Non esiste il luogo dove, sia pure per un attimo, mi fermo a fare rilevazioni. In qualsiasi modo lo propongo, è una falsificazione. Tanto vale dirlo subito e mettersi in cammino, senza troppe storie e senza porre credenziali sul tappeto. Il posto dove si conservano gli attrezzi, dove si costruiscono oggetti, modelli di oggetti, utilità varie, si definisce laboratorio. Esso, comunque, non è luogo fisso. Cammina, si relaziona. Anche quando si riempie di polvere, il movimento non lo lascia in pace.

Michail Bakunin
Opere complete di Michail Bakunin – Vol. VIII – L’Impero knut-germanico e la rivoluzione sociale (1870-1871)

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
2009, rilegato in tela, pagine 600
euro 20,00

Immergersi nella lettura de L’Impero knut-germanico e la rivoluzione sociale è intraprendere un corpo a corpo senza precedenti con il pensiero di Bakunin. Quest’opera costituisce appunto non solo il punto massimo della sua riflessione teorica, ma anche il modello del suo modo di intendere l’unità e la compenetrazione di pensiero e azione. Qui si trovano tutte le qualità della sua immensa cultura, come pure tutti i limiti che ogni cultura possiede: prima di tutto di essere figlia del suo tempo. La Francia è sconfitta, l’impero distrutto, lo stesso Napoleone III fatto prigioniero. L’albagia della casta militare francese umiliata e costretta non solo a trattare la resa ma anche a chiedere l’aiuto prussiano per sconfiggere la repubblica. Parigi minacciata di invasione. Bakunin, in questo clima di resa dei conti, sente che il suo ruolo di rivoluzionario lo può giocare meglio a Lione, seconda città di Francia, di grandi tradizioni insurrezionali, che può correre in aiuto di Parigi, minacciata dalla reazione e dai Prussiani. L’insurrezione fallisce, Bakunin riesce a sfuggire alla cattura e da Marsiglia, via Genova, ritorna a Locarno, dove avrà diversi mesi per riflettere sugli accadimenti e stendere questa lunga e dettagliata accusa contro la classe borghese tedesca in primo luogo, contro il militarismo e contro gli errori dei rivoluzionari di tendenza autoritaria che pensavano di ricostituire uno Stato per difendere la Francia e non avevano fede nella forza e nella capacità autorganizzativa del proletariato francese ed europeo. La tesi di Bakunin è quella di dare vita a una resistenza viva, non perfetta da un punto di vista anarchico, ma comunque produttiva ed efficace. Qui si pongono, in tutta la loro inconsistenza teorica e pratica, le obiezioni di coloro che non sono disposti a coinvolgersi se non alle condizioni della più assoluta purezza, senza ombra di presenze estranee alla luminosa scelta anarchica. Ma la realtà non è mai come la si desidera, per cui occorre fare i conti con le forze nemiche ma anche con quelle che, in un dato momento storico, si trovano a svolgere il ruolo di “compagni di percorso”. Conformemente agli interessi del suo tempo Bakunin dedica una parte considerevole del suo lavoro a confutare le prove dell’esistenza di Dio e a teorizzare una dimostrazione materialista della verità come obiettivo raggiungibile grazie alla ragione in base alla conformità tra speculazione filosofica, attività pratica e realtà sociale. Come si vede il processo non è ortodosso, nel senso seguito poniamo dal pensiero ateo liberale e positivista, anzi una buona parte del suo lavoro è proprio dedicata a criticare la “nuova Chiesa positivista” che cerca di prendere il posto della vecchia, e non lo è per due motivi: perché fa entrare la vita concreta nella dimostrazione dell’impossibilità di un Dio veramente agente nel mondo, e perché affida alla lotta di classe, in una società spezzata in due dallo sfruttamento e dalla miseria, quindi dal dominio dispotico dello Stato (di qualsiasi natura questo sia) il compito di dire l’ultima parola in merito all’esistenza di Dio. Condizione della libertà è quindi l’abolizione dello Stato e della sua alleata più importante: la Chiesa. Solo dopo si potrà organizzare la società in maniera diversa, ma non dall’alto in basso sulla base di una teoria ideale a priori. “La futura organizzazione sociale deve essere fatta dal basso in alto, per mezzo della libera associazione e federazione dei lavoratori, innanzitutto nelle associazioni, poi nei comuni, nelle regioni, nelle nazioni, e, finalmente, in una grande federazione internazionale e universale. Allora si realizzerà il vero ordine della libertà, quell’ordine che, anziché rinnegare, afferma e accomuna gli interessi degli individui e della società”. La tesi anarchica è ormai completa in tutti i suoi dettagli.
Le opere complete di Michail Bakunin sono a cura di Arthur Lehning dell’Internationaal Instituut Voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam.

Michail Bakunin
Opere complete di Michail Bakunin – Vol. VII – La guerra franco-tedesca e la rivoluzione sociale in Francia (1870-1871)

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
1993, rilegato in tela, pagine 440
- ESAURITO - Prossima ristampa

Questo volume raccoglie gli scritti riguardanti l’attività rivoluzionaria del periodo precedente al conflitto franco-prussiano. E’ un Bakunin al lavoro sul piano insurrezionale. Una mole impressionante di rapporti e di impegni, teorici e pratici, lo incalza. Egli li affronta con grande energia e concentrazione, non perdendo mai di vista le altre azioni che lo legano, a livello internazionale, a situazioni molto diverse fra loro. Mirabilmente, l’analisi non risente né dell’urgenza del momento, né dei problemi immediati della lotta e dell’organizzazione che spesso, con le loro bbrutali realtà, impongono ripiegamenti analitici, e perfino compromessi. Questi scritti sono un modello unico d’analisi rivolga d’una società deteriorata da irreparabile sconfitta militare. In ‘tempi a noi recenti, di fronte a condizioni abbastanza simili, l’appello di Bakunin all’autorganizzazione, alla lotta di massa e alla guerriglia ha mantenuto tutta la sua importanza.
Contenuto del volume
Lettera a un Francese. Lettera a un Francese sulla crisi attuale. Il risveglio dei popoli. Calepino del settembre 1870. Federazione rivoluzionaria delle comuni. La situazione politica in Francia. Lettera a Alphonse Esquiros. Tre conferenze agli operai della Valle di Saint-Imier. Il principio di Stato. Corrispondenza.
Appendici - Progetto d’un programma rivoluzionario. Al popolo Tedesco. Manifesto alle sezioni dell’Internazionale. Protesta del comitato federale Romando. Appello del comitato centrale di salute della Francia. Bakunin e l’Internazionale a Lione. Una pagina di vita di Bakunin. Atto di accusa contro Bakunin e altri. Rapporti inviati alla Terza Sezione. Rendiconti. Lettere.
Le opere complete di Michail Bakunin sono a cura di Arthur Lehning dell’Internationaal Instituut Voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam.
 
 

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Prossime uscite
Rudolf Rocker, Nazionalismo e cultura William Godwin, Ricerca sulla giustizia politica e sulla sua influenza su morale e felicità Pëtr Kropotkin, La conquista del pane Alfredo M. Bonanno, Dal banditismo sociale alla guerriglia Carlo Cafiero, Anarchia e comunismo Luigi Galleani, La fine dell’anarchismo? Bakunin, Opere vol. II – La Prima Internazionale e il conflitto con Marx