Novità
Luigi Lucheni, Come e perché ho ucciso la principessa Sissi
Pierre-Joseph Proudhon, Che cos’è la proprietà?
Alfredo M. Bonanno, Teoria e pratica dell’insurrezione
Pëtr Kropotkin, La conquista del pane
Alfredo M. Bonanno, I giovani in una società post-industriale
Charles Malato, Dalla Comune all’anarchia
Alfredo M. Bonanno, Palestina, mon amour
Alfredo M. Bonanno, La gioia armata
Alfredo M. Bonanno, Errico Malatesta e la violenza rivoluzionaria
Luigi Lucheni, Come e perché ho ucciso la principessa Sissi
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All’1,35 del 10 settembre 1898 l’anarchico Luigi Lucheni uccide sulla riva del lago di Ginevra la principessa Sissi, colpendola al petto con una lima.
Lucheni non ha la bellezza fisica di Caserio né la preparazione intellettuale di Henry né la tracotanza affascinante di Ravachol, è un povero manovale. Il suo gesto non ha quindi mai incontrato la fortuna che ha da sempre accompagnato le azioni di altri anarchici. In più, colpisce una donna, e in particolare una icona (falsa, come tutte le icone) della belle époque, la moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria.
Eppure quest’azione ha molto da insegnare nella sua esemplarità. Il comportamento di Lucheni, a volte perfino puerile nell’entusiastica accettazione del proprio destino, è unico. Non si lascia abbattere, contrattacca sempre, rivendica, non intende nemmeno fuggire per meglio assicurare la leggibilità rivoluzionaria del suo gesto, non fa nomi e si porta il suo segreto nella tomba.
Febbraio 2025, Piccola Biblioteca, 110 pagine, prezzo di copertina euro 9,00
Pierre-Joseph Proudhon, Che cos’è la proprietà?
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Nel 1840 questo libro esplode nella società francese come una bomba. I borghesi, ormai solidamente al potere, essendosi lasciati alle spalle la turbolenta esperienza del 1830, e non immaginando quello che di lì a qualche anno succederà, nel 1848, stanno consolidando la loro forza economica. Le rivendicazioni operaie, quando ci sono, si presentano deboli e sporadiche, la miseria e lo sfruttamento dilagano ma non trovano sufficienti ispirazioni organizzative.
È il momento di Proudhon. Le sue tesi sono semplici e ineccepibili. La proprietà è un furto. In qualsiasi modo si cerca di considerare questa asserzione, negandola o cercando di dimostrarla, non si arriva a nulla. Quello che conta, nel momento esatto in cui Proudhon pubblica il libro, è la capacità di farsi capire dagli sfruttati, una percentuale enorme, quasi l’ottanta per cento, dei trentacinque milioni di Francesi. E se è un furto bisogna che ci sia qualcuno che abbia avuto un vantaggio da questo furto e un danneggiato. Il primo è il proprietario, il secondo è chi nulla possiede e per sopravvivere è costretto a vendere se stesso lasciandosi sfruttare.
Tutta la genialità di Proudhon e tutti i suoi limiti sono in questo libro, aggressivo, caustico, distruttore, superficiale, raffazzonato, improvvisatore, libellista più che teorico, poca economia e pochissima filosofia, ma che importa?, il senso è proprio quello che la gente cercava, la parola giusta al momento giusto, la parola di Desmoulins o di Saint-Just, diventata libello e accusa, testo teorico e dimostrazione pratica, incitamento alla guerra sociale e promessa di un possibile sbocco rivoluzionario.
Febbraio 2025, Biblioteca di Anarchismo, Seconda edizione, pagine 234, prezzo di copertina euro 15,00
Alfredo M. Bonanno, Teoria e pratica dell’insurrezione
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Mi sono spesso chiesto che fine faccia la carta stampata che, animaletti perniciosi, diffondiamo con sempre maggiori difficoltà. Quali effetti concreti ha essa sulla realtà in cui viviamo? Riusciamo a farci sentire? Oppure, come falene impazzite, ci aggiriamo nei dintorni della fiamma fino a bruciarci le ali?
In particolare questo libro ha avuto, fin dal momento della sua prima uscita, nel 1985, la pretesa di spingere alla lotta attraverso due strade: la teoria e la pratica. Si è potuto cogliere la parte visibilmente concretizzata di questa pretesa? Oppure tutto è andato via via dissolvendosi nel distinguo maniacale della scolasticizzazione, da un lato, e nell’equivoco muscolare di una forma ottusamente organizzativa, dall’altro lato? Non so rispondere a queste domande e ho visto lo smarrimento negli occhi dei miei non pochissimi ascoltatori nelle conferenze che sono andato facendo in giro in Europa. Avvertivo, e avverto, la necessità di una disincrostazione del mito insurrezionale, per come è stato costruito più dalla stampa e dall’occhiuta attenzione della repressione che dalle nostre teorie. Ma si tratta di un lavoro di Sisifo. Non è praticamente possibile venirne a capo. Appena si accende un barlume critico, ecco profilarsi il ginepraio dei malintesi, delle parole che moltiplicano il proprio significato, delle ridondanze apocalittiche. Resta l’attività frenetica degli imbalsamatori di professione, coloro che riescono a rimettere insieme i pezzi di una qualsivoglia disossata organizzazione. Costoro accudiscono incessantemente non al compito precipuo dell’attacco contro il nemico ma alla visitazione del proprio lessico reboante, minaccioso come può esserlo una catastrofe in un vilissimo vaso da notte. Nei loro gesti va individuata non tanto la sostanza ma il fantasma, non il corpo vivo ma gli aromi letterari (presi ovviamente a prestito) usati per nascondere il lezzo di cadavere. L’azione che dovrebbe parlare da sé, tace. Aveva, l’azione di cui parliamo, quel genere di azione, polsi sottili, voce flebile, agghindamenti d’accatto. E da sé non trovava fiato per reggersi, semplicità e compostezza morale, per cui doveva rinvenire qua e là coprivergogne esplicative, sigle dal fascino segreto quanto infimo, sgraziati giochini di parole.
Febbraio 2025, Pensiero e azione, Quarta edizione, pagine 416, prezzo di copertina euro 20,00
Pëtr Kropotkin, La conquista del pane
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Oggi la tecnica penetra dappertutto nel mondo e vuole accoglierci nel suo grembo protettivo, vuole farci diventare avvenimenti di una quotidianità controllata fin dal levarsi dal letto la mattina, vuole presentarsi come l’amazzone che difende il guanciale del pargolo, mentre non è altro che l’ultima, forse la più terribile, incarnazione delle Madri. Ed è all’interno di questo quadro se si vuole desolante che dobbiamo ricominciare un discorso di costruzione, oppure rileggere lo stesso testo di Kropotkin, mettendo da parte la spossatezza del vagabondo, il sottile scetticismo di chi ha ormai visto troppo male nella sua esperienza per non dichiararsi convinto che tanto una scelta vale l’altra. Non è vero che non ci siano scelte da privilegiare ad altre, non è vero che non sia possibile scegliere. Solo che per farlo occorre avere il cuore caldo, essere capaci di una carezza ma anche della dura decisione che porta a tagliare il cordone ombelicale che continua a legarci al nemico.
Ottobre 2024, Biblioteca di Anarchismo, Quarta edizione, pagine 250, prezzo di copertina euro 15,00
Il movimento di solidarietà rivoluzionaria internazionale e il Gruppo Primo Maggio, a cura di Albert Meltzer
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Un’introduzione storica, seppure veloce, che può risultare utile perché, oltre ai fatti, il testo e i comunicati riprodotti pongono delle questioni importanti. Un possibile punto di partenza per ulteriori approfondimenti su cosa è stato il movimento anarchico e per affrontare problematiche mai scomparse e ancora oggi di indubbia rilevanza.
Giugno 2024, Piccola biblioteca, 122 pagine, prezzo di copertina euro 9,00
Alfredo M. Bonanno, I giovani in una società post-industriale
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In fondo, in ogni giovane c’è il futuro del mondo. Un solo granello di sabbia nel motore repressivo e tutto potrebbe bloccarsi, non siamo pulci che saltellano agli ordini del domatore, meno che mai dovremmo esserlo se ne va del nostro futuro, del modo in cui vivere questo nostro futuro.
Giugno 2024, Piccola biblioteca, Seconda edizione, 70 pagine, prezzo di copertina euro 7,00
Charles Malato, Dalla Comune all’anarchia
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Il padre di Charles, Antonio Malato de Cornet, aveva aderito alla Comune di Parigi con il grado di capitano nella Guardia nazionale. In seguito alla spietata repressione ad opera delle truppe di Versailles, durante quella che è passata alla storia come la settimana di sangue, più di quattromila comunardi furono condannati dai consigli di guerra alla deportazione in Nuova Caledonia.
Le autorità francesi che avevano schiacciato la Comune con questo provvedimento riuscirono non soltanto a dare un duro esempio repressivo a coloro che avrebbero voluto instaurare la repubblica universale, ma anche a popolare uno dei possedimenti più remoti dove nessun opuscolo propagandistico avrebbe potuto convincere alcun cittadino libero a trasferirsi in cerca di fortuna. Tutta la famiglia salpò quindi da Brest per la Nuova Caledonia il 1° marzo 1875.
Charles Malato in questo libro ripercorre il suo periodo di deportazione sino agli inizi degli anni 90, quando è ormai un giornalista affermato in ambiente libertario. Sono pagine briose, a tratti ironiche e sempre ricche di notizie e dettagli delle sue avventure nella colonia. La sua narrazione non è scevra di un interesse antropologico che, secondo la tendenza dell’epoca, si esplica attraverso quello che appare come un confronto tra i costumi dei selvaggi e la civiltà dei bianchi. Questo suo interesse per la storia e i costumi dei canachi lo accomuna peraltro a Louise Michel, conosciuta durante la deportazione, con cui ebbe evidentemente modo di confrontarsi anche su quelli che lei definì “racconti dell’infanzia dell’umanità”.
Aprile 2024, Biblioteca di Anarchismo, 224 pagine, prezzo di copertina euro 15,00
Alfredo M. Bonanno, Palestina, mon amour
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Ho dibattuto a lungo nel mio cuore i dubbi contenuti in questo libro, guardando a volte il cielo della notte e individuando, una a una, le medesime stelle di un tempo passato. La loro luce continua a brillare imperturbabile sui guai degli uomini.
Marzo 2024, Pensiero e azione, Quarta edizione, 358 pagine, prezzo di copertina euro 20,00
Alfredo M. Bonanno, La gioia armata
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Ma perché questi benedetti ragazzi sparano alle gambe di Montanelli? Non sarebbe stato meglio sparargli in bocca?
Certo che sarebbe stato meglio. Ma sarebbe stato anche più pesante. Più vendicativo e più cupo. Azzoppare una bestia come quella può anche avere un lato più profondo e significativo, oltre quello della vendetta, della punizione per le responsabilità di Montanelli, fascista e servo dei padroni.
Azzopparlo significa costringerlo a claudicare, farglielo ricordare. E poi, è un divertimento più gradevole di sparargli in bocca, col cervello che gli schizza fuori dagli occhi.
Il compagno che ogni mattina si alza per andare a lavorare, che s’incammina nella nebbia, che entra nell’atmosfera irrespirabile della fabbrica o dell’ufficio, per ritrovarvi le stesse facce: la faccia del capo reparto, del conta-tempi, della spia di turno, dello stacanovista-con-sette-figli-a-carico; questo compagno sente la necessità della rivoluzione, della lotta e dello scontro fisico, anche mortale, ma sente pure che tutto ciò gli deve apportare un poco di gioia, subito, non dopo.
Marzo 2024, Piccola biblioteca, Quarta edizione, 72 pagine, prezzo di copertina euro 7,00
Alfredo M. Bonanno, Errico Malatesta e la violenza rivoluzionaria
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Questi interventi al Convegno anarchico su Malatesta del 2003 possono dare l’idea di come ogni tentativo di fornire giustificazioni o condanne riguardo il concetto di violenza rivoluzionaria sia fallito in partenza. Il mio sforzo non aveva, e non ha nemmeno qui, in questa sede, l’intenzione di fornire argomenti giustificativi alla violenza rivoluzionaria. Solo voleva, e continua a farlo, fornire un contributo al pensiero e all’attività rivoluzionaria di Errico Malatesta. Come tutti i veri rivoluzionari, non si curava di mettere ordine fra le sue carte e affrontava i problemi man mano che si presentavano nella realtà.
La guerra sociale continua, la violenza rivoluzionaria è soltanto l’espressione più immediatamente percepibile del suo svolgimento, non la sola e, sotto certi aspetti, nemmeno la più importante. Affido queste pagine all’attenzione del lettore. Ne faccia buon uso, ma non si aspetti da esse quello che non possono dare.
L’appuntamento più importante è sempre sulle barricate.
Novembre 2023, Piccola biblioteca, Seconda edizione, 66 pagine, prezzo di copertina euro 7,00
Pëtr Kropotkin, La Grande Rivoluzione 1789-1793
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«Ciò che si impara oggi studiando la Grande Rivoluzione, è che fu la fonte di tutte le concezioni comuniste, anarchiche e socialiste della nostra epoca. Non conosciamo ancora bene la madre di noi tutti; ma la ravvisiamo oggi in mezzo ai sanculotti, e comprendiamo quanto ci resta da imparare da lei».
Uno dei libri forse meno celebri di Kropotkin, pur essendo un bell’esempio di letteratura storica, che può sostenere il confronto, per la sua qualità come per l’autenticità della sua informazione, con le migliori storie dello stesso periodo. È un libro ingegnoso, interessante, pieno di movimento e dotato di uno stile svelto e immediato, con una grande quantità di dettagli riguardanti gli aspetti più semplici ma non per questo meno importanti della Rivoluzione francese. Tutte le teorie concernenti la natura, gli svolgimenti e le necessità delle rivoluzioni, sostenute da Kropotkin durante la sua attività, prendono posto nel suo disegno storico e sono sottoposte a prove e analisi convincenti.
Settembre 2023, Biblioteca di Anarchismo, Terza edizione, 462 pagine, prezzo di copertina euro 18,00
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